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Carlo Lucarelli e la rabbia di Bologna

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Carlo LucarelliIl 15 dicembre 2011 Carlo Lucarelli aveva il titolo, alcuni personaggi, e molti dubbi. C’era Grazia Negro (quella di Almost blue e Un giorno dopo l’altro), un serial killer chiamato “Cane” che azzanna persone con odio, la rabbia come reale protagonista e una Bologna incattivita come personaggio urbano. Era ancora una prima redazione non finita di un romanzo in preparazione: Il sogno di volare. Aveva accettato di parlarne allo spazio sociale Bartleby, anche per schiarirsi le idee. E oggi, un anno e mezzo dopo, il romanzo è in libreria, pubblicato da Einaudi, segno che molti dubbi si sono chiariti. O forse che li vuole condividere coi lettori.

«Bologna è una città che non è quello che sembra» dice Lucarelli, che ha iniziato questo romanzo sotto la giunta Cofferati. «Già al tempo tanti mi dicevano che era una città pericolosa, ma non mi sembrava. Così ci ho fatto muovere dentro un personaggio per capirla». E ne ha parlato mercoledì scorso alla libreria Ambasciatori con Claudia Mastroroberto e Sara Olivieri, allieve di Bottega Finzioni. Ma sul palco di via Orefici c’erano anche Andrea Buffa, l’autore della canzone che dà il titolo al libro, Il sogno di volare, storia di un lavoratore straniero che muore sul lavoro, e Angela Malfitano che ha letto alcuni passaggi del libro, come quello che racconta dell’affittacamere razzista, proprietaria di appartamenti impresentabili, che viene sbranata da Cane.

Carlo LucarelliSu di lui indaga la Negro, che è cambiata («ma cambiano tutti i personaggi, come De Luca o Coliandro»), che «vuole un figlio ma è in crisi col fidanzato, e mentre indaga su Cane vive un mistero esistenziale». Grazia però non è l’unica donna in scena. C’è anche, ad esempio, Anna Maria Giannello, madre e donna di mafia determinata, «un personaggio non previsto. Una cosa bella dello scrivere romanzi è incontrare personaggi secondari, di servizio: lei nasce perché ho pensato di collegare un ragazzo morto con la mafia qui al nord. Ci sono tante donne di mafia, alcune stanno reagendo, pentendosi, altre sono capimafia. E Anna Maria diventa importante nel romanzo». Come? Sorride, come a dire: “leggetelo”.

Intanto la Malfitano legge un incubo di Grazia Negro, nel sogno madre di due gemelli, che sta allattando, ma non si ricorda a chi ha già dato da mangiare, e lei ha latte solo per uno. Buffa invece esegue con Sonia Cenceschi alla chitarra e Gabriele Buffa alla fisarmonica alcuni pezzi, tra cui la “title track” e un brano dedicato a Cane: «visto che sono andato in giro a vantarmi che Lucarelli usava una mia canzone per il suo romanzo – scherza il cantautore lecchese – ho pensato di permettere che anche lui si vantasse di avere una canzone ispirata a un suo personaggio». Ed ecco “Cane”, «non sono la legge / io sono il Cane», perché come la Malfitano legge dal romanzo: «Io non cerco giustizia, voglio vendetta».

È la rabbia, la cifra del romanzo, «che è attorno a noi – dice Lucarelli – E diventerà una malattia sociale». Ed è solo un caso che abbia finito di scrivere il pezzo sulla rabbia letto dalla Malfitano «proprio nel giorno in cui Luigi Preiti ha sparato davanti a Palazzo Chigi». Ma c’è un paradosso: «io mi sono sentito felice nello scrivere il romanzo. Felice e leggero. E vorrei che anche il lettore sentisse questa leggera felicità».

Ps. per leggere dell'incontro da Bartleby nel 2011 andate qui

(Foto Lucarelli di Roberto Serra)


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